La voce dei figli è preziosa quanto quella delle donne. A volte, forse, di più.
Portare nelle scuole queste testimonianze potrebbe essere un ottimo modo per educare i giovani al rispetto per la vita.
È un testo straziante, disarmante, doloroso e impressionante allo stesso tempo e che lascia un segno in chi legge.
Non ha il linguaggio tipico che si usa quando si mandano appelli importanti alla politica; il messaggio che si percepisce è immensamente più umano che istituzionale. Questo non toglie niente alla sua forza, anzi: arrivare al cuore delle persone è una missione molto delicata e difficile da compiere.
Questi racconti hanno in comune l'inascoltato punto di vista dei figli, il loro controverso rapporto con un padre da odiare e amare e l'affetto smodato per una mamma da proteggere.
Il primo colpisce per il tono asciutto, scevro da orpelli, crudo e terribile.
Il secondo è più lento, ordinato e cauto. Emerge il difficile ruolo protettore del figlio maschio.
Il terzo afferra l'anima per la delicatezza con cui è narrato, per i piccoli dettagli che solo gli occhi puri e ingenui di una creatura possono cogliere.
Il quarto è una testimonianza drammatica della vita di un figlio e una madre alle prese con la tossicodipendenza del padre. Il contrario di quanto avviene generalmente.