Per chi studia organo, Zipoli è semplicemente il compositore delle “Sonate d’Intavolatura” che poi se ne andò in America Latina; per molti musicologi è un compositore degno di nota, che curiosamente, all’esplodere della sua fama, abbandonò l’Europa e si fece missionario gesuita, forse più per dilettarsi di musica che per vivere da religioso. Per i nativi latino-americani, invece, è l’uomo che sconvolse in senso positivo la storia della loro arte musicale e il cui spirito, attraverso i secoli, ancora li assiste e li ispira. Chi è Domenico Zipoli? Con la prefazione di Giosué Berbenni, queste pagine non intendono svolgere in tono prettamente scientifico/accademico un’autorevole e completa ricapitolazione musicologica e storiografica che esaurisca ogni argomentazione su un musicista; è piuttosto una partecipe riflessione, un sereno tentativo di aggiungere – oggettivamente, senza intenti meramente agiografici – un elemento troppo trascurato ed adombrato nell’indagine circa Zipoli: la prospettiva delle ragioni della fede, che forse è proprio quel piccolo ingrediente che manca alla ricetta di una vita la quale, altrimenti, è destinata a rimanere un enigma, mentre invece potrebbe avere qualcosa di bello e di vivo da dire alla nostra Europa e alla vita pastorale della Chiesa del nostro tempo. Il tutto impreziosito da un’interessante appendice della psicologa e psicoterapeuta Claudia Rappuoli, che offre stuzzicanti elementi scientifici di riflessione a proposito del fatto che, in arte, cultura e musica, non è bello ciò che piace ma “è bello ciò che è bello!”.