Marco Grandi, psicologo, in un tardo pomeriggio afoso di luglio giunge in moto da Milano all’albergo Villa Speranza di Baveno, piccolo paese sulle sponde del Lago Maggiore, vicino a Stresa. È quello il posto dove si concluse, un anno prima, l’ancora giovane vita dell’enigmatica e affascinante Laura, la donna che amava sebbene la loro relazione fosse già conclusa.
Villa Speranza, che si affaccia sulle splendide Isole Borromee, esercita un fascino arcano e inesplicabile, come un inquietante “altrove” e luogo abitato da eteree presenze: non soltanto perché Marco sia alla ricerca di “qualcosa” che gli parli di Laura.
Ben presto si intrecciano emozioni del presente e del passato, l’incontro con una figura femminile che somiglia fisicamente a Laura e poi quello con la Romantica Donna Inglese: il tutto nella cornice di mistero che riguarda altri personaggi, convenuti a Villa Speranza per “rinascere”, per ricevere una “sublime emozione” e superare il “dolore di vivere”. La medesima sofferenza che patisce Marco, la stessa lacerante mancanza di senso nell’esistenza che da sempre percepisce come diversità e solitudine: cigno nero tra cigni assolutamente candidi.
“Qualcuno” che non si mostra fino alle battute finali, da una stanza di Villa Speranza, muove i fili di una complessa e forse drammatica commedia: qualcuno da cui sei ospiti dell’albergo, e poi anche Marco, si aspettano una “sublime emozione”.