La vita è una fuga continua, un viaggio che trova fine nel vortice oscuro del silenzio universale: la morte.
Gemma e Guglielmo, camperisti ultra trentennali, viaggiano attraverso l’Europa rievocando appassionati ricordi e aneddoti spassosi o drammatici realmente vissuti.
Ciò però non evita una strisciante fuga dalla realtà che li trascina in misteriosi momenti di un mondo metafisico, preludio di esperienze extracorporee che si manifestano per un tragico evento proprio quando il viaggio sembra dover finire felicemente con il ritorno a casa.
Il caso incrocia il destino dei due protagonisti con le vicende di un gruppo di amici che decidono di risolvere le insoddisfazioni della loro mediocre esistenza con un disegno criminoso.
Negli ultimi istanti prima della morte, l’epilogo fatale coinvolge Gemma e Guglielmo in riflessioni profonde e rivelazioni straordinarie di episodi fino allora sconosciuti, ma latenti nell’ inconscio. In questa nuova condizione essi tenteranno di dare un senso compiuto al nulla o al tutto che il silenzio universale inesorabilmente ottenebra e cela.
[…] Ormai il cielo stava schiarendo, annunciando un nuovo giorno che per alcuni non esisteva più, come non esistevano più i loro sogni leciti o illeciti. Loro avevano osato sfidare il destino pur di dare una svolta alla vita.
Avevano giocato d’azzardo come tante volte al tavolo verde e gli era andata male, avevano perso tutti assieme l’ultima partita, purtroppo non quella del poker ma quella dell’esistenza.
Qualcun altro invece lottava ancora tra la vita e la morte.
Chi desiderando di finirla presto, chi aggrappandosi a inconsce speranze. Entrambi alla ricerca di un valido motivo per vivere o per morire.